sabato 10 maggio 2008

DIO ESISTE

Da quando ho iniziato a concepire l’argomento del mio blog, più entro nel discorso, più sento come “vera” un’ idea che vorrei esprimere. E’ una riflessione PERSONALE che non mi illudo sia condivisa, vista l’astrattezza e forse la forzatura...
Sostanzialmente “sono partita da” e sto affrontando il rapporto matematica – musica nella storia, per arrivare alla dimostrazione dell’esistenza di Dio…e per affrontare questo percorso non a caso, ho fatto l’intervista (richiesta da una prova dell’esame) al gestore del mio asilo, Don Igino.
Sembrerà più una dissertazione filosofico – teologica! ma ecco in cosa si esplicita:
Penso, che tutti gli esseri umani possiedano in sé, in potenza, un universale ed uniforme “sentire”; quello che ci fa essere consapevoli che esiste il bello, il perfetto, l’armonia, il benessere, la bellezza. Nasciamo con queste idee, le abbiamo indipendentemente da noi, come un dono soprannaturale, inspiegabile. Queste “idealità” rappresentano un pezzetto di quel principio originario che spesso non riusciamo a concepire o riconoscere, ma che esiste necessariamente, fonte di ogni cosa e che io chiamo Dio.
Possedendone un pezzetto, ne viviamo l’essenza, ma in potenza. Sappiamo riconoscere la “perfezione” nelle cose e cerchiamo di riprodurla per sentirci realizzati, in comunione con la vita e provare un senso di armonia. Potenzialmente tutti ne partecipiamo in egual misura, ma per quanto riguarda la realizzazione effettiva, in realtà, tutti siamo diversi, c’è chi riesce ad esprimere l’essenza che è sé (i grandi geni di ogni disciplina umana), più di altri; probabilmente per contingenze di vita favorevoli o per aver affinato il proprio udito verso quelle massime forme di ideali.
Dunque, tutti possediamo “un pezzetto invisibile di Dio”, che cerchiamo di rendere visibile, nella vita mondana. Penso che chiunque abbia provato almeno una volta la sensazione di fare qualcosa come se “non fossimo noi a farla”…stupiti magari del nostro prodotto tanto che siamo sicuri che non saremmo più in gradi di riprodurlo…d’altronde c’è anche il detto “ l’artista non ripete”.
Chi ci spinge? E’un richiamo costante a non accontentarci, a ricercare soluzioni sempre migliori, perché sempre più in là può arrivare la perfezione di ciò che realizziamo.
Penso a Michelangelo…che ha forzato le capacità umane fino ad un limite altissimo di perfezione…eppure anche lui alla fine della vita si è reso conto della sfida che incombe sull’uomo e che lo rende sempre insoddisfatto. Di fronte al Mosè dice “Perché non parli?”…queste parole fanno comprendere il senso di questa esasperata ricerca.
Possediamo un senso così alto di quelle idealità, che la nostra ricerca si dimostra infinita!
Se l’uomo potesse realizzare la perfezione ultima sarebbe Dio! Invece può solo cercare di raggiungerlo e non può farne a meno! ( che sia la metafora di Adamo ed Eva?)
Dunque possediamo un “pezzetto” di soprannaturale, che ci richiama costantemente…ed ognuno è libero di ascoltarlo ed esprimerlo con diversa intensità in ogni cosa che compie, in ogni lavoro, in ogni produzione umana. Forse parlare di artisti, geni, matematici rende il discorso più comprensibile, perché queste persone palesemente fanno di questa ricerca di infinito e di “perfezione” il senso della propria vita.
Dio, non si esprime nella nostra contingenza carnale, nel nostro corpo ma in una cosa più evanescente, che non si vede nella nostra sostanza, che identifico nel cuore e nell’intelligenza. Quella per me è la sua sede. Questa tensione verso l’infinito, si esprime in qualche modo concretamente, attraverso il nostro corpo, le mani, il cervello e gli altri strumenti corporei e le nostre produzioni…che possono essere opere d’arte o formule matematiche, dimostrazioni fisiche o intuizioni scientifiche. Parlo di matematici, artisti…mi riferisco alla matematica ed alla musica perché sono l’argomento del blog…ma tutti…anche il tecnico delle caldaie, un costruttore, un idraulico… può vivere queste sensazioni…perché tutti potenzialmente ed in modo uniforme possediamo la stessa quantità di DIO.
La tensione che viviamo ci fa ricercare, produrre, impegnare e sudare fino alla pazzia per quale risultato?Noi “non siamo Dio”!

Quando penso a tutta la storia dell’uomo la vedo come un’enorme continua ricerca in cui l’uomo ha imparato sempre più cose, e le ha stratifica. Il fatto che la ricerca venga sfruttata in modo conveniente all’umanità, è un discorso a parte…io mi riferisco solo in modo oggettivo al continuo avanzamento di studi, indipendente dal rapporto con l’etica…Cioè che è stato scoperto e dimostrato o confutato dei predecessori, è la base su cui si procede…gli scienziati non ri-dimostrano la verità già posseduta, vanno avanti all’infinito in questa continua ricerca… di onnipotenza. E questo sentire è più forte dei limiti che forse dovremmo porci…Penso che le scoperte scientifiche siano la massima realizzazione di questa sfida che vive, consapevolmente ed inconsapevolmente l’uomo, e di cui è anche “vittima” (perché possedendo una parte di perfezione, non riesce a farne a meno, vi tende e vorrebbe viverla ora...). Più la fisica, la chimica, le formule matematiche, le dimostrazioni entrano nella materia, la spiegano, la riproducono e la padroneggiano più migliorano gli strumenti che ci permettono di esprimerci…di realizzare la perfezione. Più la costruzione di uno strumento è curata e segue le leggi della composizione della materia e della fisica più lo strumentista riesce a esprimere meglio la sua ultima essenza; più le tecniche di costruzione della case sono studiate e perfezionate più l’abitazione risulta meglio abitabile; più spieghiamo come e perché le cose succedono più possiamo padroneggiarle e avvicinarci a quel senso di onnipotenza e di massima realizzazione che sembra appagarci.
La scienza è alla base di tutte le possibilità offerte da ogni arte e mestiere…ma è anche fonte di illusione perché noi “non siamo Dio” la scienza e la matematica ci danno formule certe, sicurezze ma la ricerca a cui siamo destinati è infinita!
……

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