sabato 10 maggio 2008

GALILEI VINCENZO

GALILEO GALILEI
Pioniere di quella rivoluzione culturale che è la scienza nuova.

VINCENZO GALILEI, liutista pisano, è il padre di Galileo
Considerato uno dei più grandi compositori e teorici musicali dell’epoca.
Studierà sotto la guida di Zarlino…ma poi non esita a sfidarlo, quando si accorge che le teorie del maestro sono fondate su un mero pregiudizio, sebbene colto. Il punto di contrasto tra i due riguarda le forme musicali, che nel Rinascimento in generale e nella musica di Zarlino in particolare sono fondate sulla polifonia vocale. Ma poiché Galilei e Zarlino si occupano di teoria musicale in un epoca, in cui la teoria della musica è considerata una branca della matematica, la disputa riguarderà anche il rapporto tra la matematica ed il mondo fisico.
Ha il merito di aver realizzato nel campo della musica, una rivoluzione comparabile a quella del figlio nella scienza. Dimostra che arte e scienza – 2 dimensioni della cultura umana ritenute troppo spesso agli antipodi e sostanzialmente incomunicanti- possono non solo essere collegate tra loro da fili piuttosto robusti, ma anche, che questo processo a volte carsico di trasmissione culturale è per sua natura bidirezionale. Il passaggio può avvenire l’una dall’altra, dalla scienza all’arte, ma anche dall’arte alla scienza, secondo percorsi imprevedibili.
Vincenzo sostiene che la vera potenza della musica della Grecia classica, consiste nell’utilizzo di una singola melodia. Propone quindi una radicale rivoluzione della musica polifonica rinascimentale in un libro “Dialogo della musica antica e della moderna” 1581.
Zarlino difende le sue teorie ed attacca l’allievo…sarà un conflitto di natura esclusivamente musicale.
Vincenzo introdurrà il figlio Galileo alla matematica di Pitagora ed alle note regole dei rapporti musicali elaborate due millenni prima dal filosofo greco.
Ma riconsidera le esperienze di Pitagora che non erano più state verificate, reintroducendo una necessità sperimentale da troppo tempo dimenticata.
La sua importanza storica è dovuta al fatto che dà nuova vita ad Aristosseno e contesta l'estetica pitagorica. Realizza quindi compiutamente, per la prima volta nella storia, una critica completa del pitagorismo.
Vincenzo insegna al figlio che, per quanto grande siano il filosofo greco e le sue regole, talvolta occorre saper andare “oltre Pitagora”, se non si vuole piegare la realtà naturale a principi astratti, ancorchè matematicamente convincenti.
Vincenzo infatti non si limita ad applicare le regole musicali di Pitagora, perché così è scritto.
Ma con veri esperimenti intendi verificare se e come nella realtà fisica quelle regole funzionano.
Insomma cerca di elaborare una teoria musicale, studiando la fisica del suono. Perché, certo l’armonia de suoni musicali sembra seguire le astratte leggi matematiche di Pitagora. Ma l’armonia deriva dalle fisiche vibrazioni dell’aria. E non è possibile pertanto elaborare una teoria della musica affidandosi all’autorità di Pitagora o di chiunque altro, senza tener conto di come in pratica, si sviluppano le fisiche vibrazioni dell’aria.
I criteri estetici di V. Galilei fanno perno prima di tutto sulla difesa del temperamento eguale, ma anche su considerazioni della massima importanza da un punto di vista filosofico. Infatti la sua tesi “forte” è che tutti i suoni sono “naturali”. “Artificiale” (umano) è invece la divisione dell'ottava. Come per il linguaggio: la voce è naturale, le parole no. Tutto ciò è evidentemente agli antipodi da quanto sostenuto dal suo antico maestro Zarlino. In qualche modo è questa liberazione concettuale che permette l'attuale divisione dell'ottava.
Cercare la verità delle cose nella realtà naturale. Vincenzo decide così di sperimentare come si modifica il suono al variare della lunghezza e della tensione delle corde dei suoi strumenti. E scopre nuove leggi matematiche, dell’armonia dei suoni diverse da quelle pitagoriche. Leggi che sono anche, le prime leggi matematiche ad essere elaborate in fisica, fuori dall’ottica e dall’astronomia. Dimostra che nell’intonare gli strumenti, non sempre è corretto seguire le regole di Pitagora, ma talvolta è necessario seguire regole matematiche diverse. Verificate e verificabili nella pratica. La novità è così grande che nell’ambito della musica compì una “rivoluzione comparabile” a quella del figlio nella scienza. Una rivoluzione che aiuta la stessa pratica musicale a rinnovarsi. Dopo le innovazioni di Vincenzo nasce infatti l’opera, il melodramma, e si sviluppa la modulazione armonica.
E’ attraverso il rifiuto del principio d’autorità e attraverso la verifica sperimentale che Vincenzo elabora una nuova teoria musicale…importanza epistemologica. La teoria musicale era ormai diventata una pura astrazione matematica. Vincenzo la riconduce a “salvare i fatti”
Suo originale rapporto tra musica, matematica ed esperienza. Probabilmente Galileo, apprende dal padre a rifiutare la filosofia “in libris” ed a coniugare in modo “corretto” la fisica sperimentale e la matematica. Il libro della natura è scritto il lingua matematica…ma non basta la matematica per leggerlo. La conoscenza della natura deva basarsi non solo sulle “certe dimostrazioni” ma anche sulle “sensate esperienze”. Epistemologia che è alla base della scienza moderna.
Dimostra quindi che i fili che legano le varie dimensioni della cultura umana sono più numerosi e più robusti di quanti molti pensano. Il processo osmotico tra queste dimensioni è incessante ed imprevedibile. La scienza influenza l’immaginario artistico. Ma anche l’arte a sua volta influenza l’immaginario scientifico.

Nessun commento: